Rivista n° 3 Giugno 2009
Il numero presenta una ricca ed eterogenea rassegna di contenuti, favorendo interessanti riflessioni sia dal punto di vista teorico che della pratica clinica.
Nel primo lavoro, presentato da Maria Angela Di Noia, vengono approfonditi i dati di letteratura sulla disorganizzazione dell’attaccamento, dando ampio spazio all’analisi del ruolo che esso può giocare nello strutturarsi di diversi esiti psicopatologici, tra cui il Disturbo Dissociativo dell’Identità e il Disturbo Borderline di Personalità.
Partendo dalla definizione della rabbia, dei suoi scopi e della funzione adattiva a cui assolve quest’emozione di base, Marianna Borgato descrive differenti tecniche della psicoterapia cognitiva, utili quando la sua manifestazione causa sofferenza e diventa disfunzionale per la persona. L’autrice mette in evidenzia lo scopo comune di riduzione del disagio emotivo delle numerose procedure, ben evidenziando le diverse strategie di cambiamento ad esse sottese.
Nella rassegna presentata da Elena Caprari, viene approfondito il tema del rimuginio, in un interessante lavoro articolato in due parti: nella prima si affrontano gli aspetti teorici di questo fenomeno cognitivo attraverso una disamina della letteratura, nella seconda si presentano i protocolli e le tecniche di intervento validi per il suo trattamento.
Michela Carreri introduce un argomento complesso che, nonostante sia stato inserito nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali già nella terza edizione del 1980, resta tutt’oggi per molti versi poco esplorato: il Gioco d’Azzardo Patologico. L’autrice dedica spazio ai fattori predisponenti e chiarisce le diverse fasi dello sviluppo della patologia; presenta poi il modello cognitivo comportamentale e le modalità di intervento.
L’articolo di Chiara Moreschi riguarda il trattamento della schizofrenia secondo un approccio biopsicosociale integrato, che comprende aspetti farmacologici, psicoterapici e riabilitativi. L’autrice orienta l’attenzione sui sintomi positivi della patologia, illustrando i principali modelli di terapia cognitivo-comportamentale ad essa applicati, con particolare riferimento al trattamento dei sintomi positivi (deliri e allucinazioni).
Nella sezione casi clinici, Laura Busato ci introduce nella storia di Alessio, un bambino di otto anni, adottato da una famiglia italiana quando ne aveva due e mezzo, che all’arrivo in terapia presentava importanti difficoltà sul piano relazionale e comportamentale. Il lavoro ben descrive gli esiti di una grave condizione di ipostimolazione e di deprivazione, mettendo in luce, d’altro canto, le potenzialità di un lavoro congiunto tra famiglia e psicoterapeuta, finalizzato ad avviare un effettivo processo riparativo.
Chiara Riso