Il numero raccoglie contenuti molteplici che offrono buoni spunti di riflessione per il lettore e forniscono strumenti utili per comprendere, spiegare e intervenire su alcuni quadri frequentemente riscontrati nella clinica.
Apre i lavori, l’interessante contributo di Alberto Collazzoni; l’autore presenta una revisione della letteratura sull’umiliazione, costrutto importante, seppur a oggi poco esplorato, nella comprensione della genesi e del mantenimento della sofferenza. Dopo aver delineato gli ingredienti della dinamica umiliante, viene posta l’attenzione sul ruolo che essa può giocare nei pazienti con disturbo narcisistico e paranoide di personalità e sul rapporto tra l’esperienza umiliante e il rischio di insorgenza di sintomatologia ansiosa e depressiva. Sono infine descritti e confrontati alcuni lavori che hanno utilizzato l’Eyes Moviment Desensitization and Reprocessing e l’Imagery With Rescripting per la rielaborazione degli eventi umilianti del passato, ponendo validi spunti e domande per la ricerca e la pratica clinica.
Partendo da alcuni dati di letteratura sul ruolo predittivo della disregolazione emotiva nella messa in atto di comportamenti aggressivi e da come questo costrutto rappresenti un importante fattore di rischio di recidiva nella popolazione psichiatrica forense, Roberta Ortenzi applica un protocollo della terapia dialettico comportamentale (DBT) su utenti psichiatrici autori di reato, sottoposti a misura di sicurezza detentiva. I risultati ottenuti confermano l’efficacia della DBT e aprono un buon suggerimento sul suo contributo nel favorire un effettivo reinserimento nella società.
L’autrice presenta anche due casi: nel primo, ripercorre il trattamento di una donna con diagnosi di Disturbo Ossessivo Compulsivo con storia traumatica, mostrando in modo puntuale il suo funzionamento, sia intrapsichico, sia interpersonale. Vengono ben approfonditi gli aspetti più significativi della vulnerabilità storica e le esperienze di attaccamento che possono aver favorito lo sviluppo di un elevato senso di responsabilità, del timore di colpa per irresponsabilità, della paura del disprezzo morale, della continua ricerca della certezza e della tendenza al dubbio.
Nel secondo, Roberta Ortenzi descrive il funzionamento e la terapia di una paziente di ventisei anni, affetta da Artrite Reumatoide, con diagnosi di Disturbo Depressivo in comorbilità con un Disturbo Evitante di Personalità. Viene mostrato come l’iniziale lavoro sulle capacità di monitoraggio e sull’individuazione degli stati mentali associati agli eventi critici abbia favorito una riduzione della pervasività emotiva, permettendo di avviare l’intervento sui cicli interpersonali e sul miglioramento delle relazioni sociali.
Caterina Parisio propone il caso di una ragazza con Disturbo Ossessivo Compulsivo. Sono descritti lo schema del disturbo e i due scopi fondamentali che spiegano l’attività ossessiva, l’evitamento del timore di colpa e di contaminazione legato al disgusto, evidenziando chiaramente le diverse fasi della terapia e gli obiettivi raggiunti.
di Chiara Riso
CONTENUTI
Alberto Collazzoni Quando l’altro vuole ferirci: una review sul tema dell’umiliazione pp. 3-20
Roberta Ortenzi La DBT in autori di reato sottoposti a misura detentiva in REMS pp. 21-42
CASI CLINICI
Roberta Ortenzi: il caso di Sonia pp. 43-52
Roberta Ortenzi: il caso di Paola: depressione in disturbo evitante di personalità pp. 53-62
Caterina Parisio: caso di P: un disturbo ossessivo-compulsivo pp. 62-74