Questa edizione della rivista è costituita da una ricca sezione teorica che raccoglie diversi contenuti e tematiche in grado di offrire spunti di riflessione per il lettore ed utili strumenti per comprendere ed intervenire in condizioni o quadri che si possono riscontrare nella clinica.
Apre il numero un lavoro di Angela Laera, la quale presenta una tesina sul fenomeno dell’Hikikomori, una grave condizione in cui una persona senza alcuna forma di Psicosi si ritira dentro la sua casa per più di sei mesi interrompendo qualsiasi forma di partecipazione alla vita sociale. Il lavoro indaga la natura del fenomeno cercando di comprendere se è inscindibilmente legata al contesto nipponico o piuttosto indipendente dalle caratteristiche del sistema sociale giapponese, e descrive i possibili approcci alla comprensione del funzionamento mentale del giovane Hikikomori e le strategie di intervento più adeguate per la presa in carico della sofferenza espressa da quest’ultimo.
Il secondo lavoro, è presentato da Marzia Albanese e offre un percorso clinico che possa guidare il terapeuta nel trattamento della dissociazione traumatica di pazienti vittime di torture.
Nello specifico la sfida di questo trattamento è proprio il lavoro con le parti dissociative del paziente (Steele, Boon, van der Hart, 2017), dunque si deve porre una costante attenzione alla relazione terapeutica e all’importanza di definire e fissare confini e limiti saldi ma flessibili.
Il contributo di Giulia Pelosi, fornisce invece un quadro sulle cure genitoriali nelle nuove forme di famiglia, nello specifico, di quelle composte da madri lesbiche e genitori gay, ponendo luce su tutti quei problemi e timori che spesso vengono sollevati nei confronti dei figli.
Oltre ad offrire una panoramica su che cosa significa essere genitori omosessuali oggi, e in particolar modo in Italia, il presente lavoro va a sottolineare gli aspetti positivi e funzionali delle famiglie “monogender”, indagando e valutando aspetti come l’adattamento, l’identità sessuale, il benessere psicologico e sociale dei bambini che crescono all’interno di queste famiglie.
Segue il lavoro di Barbara Cesarelli, la quale pone il focus del suo elaborato sul fenomeno del suicidio. Una delle sfide/difficoltà che si possono incontrare nel trattamento di pazienti con disturbo depressivo e con disturbo di personalità è appunto il rischio suicidario, che, se presente, deve rappresentare il primo target di trattamento per impostare qualsiasi percorso terapeutico.
A partire da una cornice teorica, facendo riferimento ad alcuni aspetti della suicidologia, vengono descritti gli interventi in ambito cognitivo-comportamentale e più in particolare le modalità di intervento secondo il modello di Terapia Dialettico Comportamentale (Linehan, 1993) per la gestione del rischio suicidario.
Conclude la sezione teorica il lavoro di Priscilla Rosini sul lutto “ambiguo” dei caregiver di pazienti con demenza senile i quali percepiscono il proprio caro come una persona ancora presente fisicamente ma cognitivamente ed emotivamente assente a causa della patologia, per cui la perdita viene vissuta come qualcosa di anticipato, nascosto e “senza diritti”. Vengono proposti interventi in chiave CBT incentrati sull’accettazione della perdita, sulla ridefinizione della relazione e sulla normalizzazione del vissuto di lutto.
Rispetto alla sezione clinica, si presentano tre casi:
Il primo, presentato da Giulia Pelosi, racconta la storia di Elenoire, una giovane donna con una storia di ripetuti traumi relazionali caratterizzati da abbandoni e trascuratezza emotiva e traumi legati invece ad episodi di abusi sessuali subiti duranti l’infanzia e l’adolescenza. Il caso rappresenta un quadro di comorbilità tra più disturbi, nello specifico Disturbo di Panico, Disturbo Ossessivo Compulsivo e Disturbo Borderline. É interessante per l’attenzione posta agli stati mentali problematici prevalenti, ai cicli interpersonali disfunzionali, agli evitamenti e alle memorie traumatiche non elaborate e per la scelta strategica di un intervento terapeutico che mira a ridurre la vulnerabilità della paziente integrando all’interno della cornice cognitivo comportamentale elementi della Terapia Metacognitiva Interpersonale, tecniche Mindfulness, il protocollo EMDR ed elementi della Schema Therapy.
Michela Garzia, introduce il caso di Caterina, una vittima di violenza nell’ambito delle relazioni intime con una dipendenza affettiva patologica (DAP). Il profilo interno della paziente, in termini di determinanti cognitive (quali scopi, credenze, comportamenti disfunzionali, fattori di mantenimento e conflitti intrapsichici (esterno, semplice o akrasico) è stato analizzato per la prima volta alla luce del modello cognitivo delle dipendenze affettive patologiche sviluppato da Pugliese, Saliani e Mancini (2019). L’analisi psicologica del caso è parte del progetto di ricerca sulla DAP e la violenza di genere condotta dalla dott.ssa Erica Pugliese, con lo scopo di costruire un protocollo cognitivo-comportamentale che riduca la morbilità e la sofferenza dei pazienti affetti da DAP
Il numero si conclude con Marta Vilardi che proprone il caso di Lucio, un bambino di 8 anni plusdotato che presenta difficoltà di socializzazione. La plusdotazione è un fattore predisponente lo sviluppo di ansia sociale dunque l’intervento psicoterapeutico proposto si articolerà in maniera duplice, sia sul bisogno di approvazione del bambino plusdotato che non riesce a rapportarsi con il contesto classe da cui viene escluso, sia sull’ansia sociale derivante dall’obbligo di doverne far parte.
CONTENUTI
Angela Laera Hikikomori: il ritiro sociale grave ha gli occhi a mandorla pp. 3-33
Marzia Albanese La voce del torturatore. Il trattamento della dissociazione traumatica nelle vittime di violenza intenzionale pp. 34– 63
Giulia Pelosi Famiglie omogenitoriali: i figli di genitori omosessuali hanno più rischi psicologici rispetto ai figli di coppie eterosessuali? pp. 62 – 77
Barbara Cesarelli Il fenomeno del suicidio: comprensione, approcci teorici, approcci comportamentali e proposte di intervento in ottica DBT pp. 78 – 105
Priscilla Rosini “Goodbye without leaving”. Il lutto ambiguo nei caregiver di pazienti con demenza senile pp. 106 – 129
CASI CLINICI
Giulia Pelosi Molteplici diagnosi, una sola persona: il caso di Elenoire pp. 130– 149
Michela Garzia, Erica Pugliese, Angelo Maria Saliani, Anita Parena Caterina: storia di violenza e dipendenza affettiva patologica pp. 150– 171
Marta Vilardi Il caso di un Bambino plusdotato con ansia sociale pp. 172– 184