di Chiara Mignogna

Sono contenta di presentare questo numero, che come vedrete appena vi attingerete alla lettura è caratterizzato da molta clinica. In effetti, il lavoro che vado a mostrarvi è corredato da ben quattro casi clinici e un interessante contributo teorico sulla balbuzie. È stato molto interessante per me leggere il materiale che i colleghi hanno inviato alla redazione, che sottolinea quanto impegno, interesse clinico e formazione ci sia alla base.

Il numero inizia con un lavoro teorico di Claudio Stefano Del Monte “La psicoterapia nella balbuzie” che ci illustra come la balbuzie non sia solo un disturbo della fluenza ma può influire sull’intera identità della persona. Per tale motivo Claudio ci descrive promettenti protocolli di intervento cognitivo comportamentale, incluse anche terapie di terza ondata, che risultano avere buone evidenze di efficacia sulla balbuzie.

Il secondo lavoro è un caso clinico di Irene Tramentozzi, Aurora: superare le barriere dell’ansia sociale e del disturbo dipendente di personalità, in cui l’autrice ci mostra un interessante caso clinico su una giovane donna con un disturbo d’ansia sociale in comorbidità con un disturbo dipendente di personalità. Il caso ben formulato mostra molto bene tutto il lavoro terapeutico effettuato, oltre gli aspetti relazioni attivati all’interno della terapia. L’instaurarsi di una buona relazione terapeutica ha dato la possibilità alla paziente di essere consapevole dei suoi cicli interpersonali e di sperimentarsi nella sua individualità.

Si continua questo numero con Il caso di Roberta. Quando il peso della sofferenza è troppo pressante, lavoro di Erika Cellitti. Il lavoro mostra un caso interessante di una pre-adolescente con un disturbo depressivo, atti autolesionistici e pensieri di morte che hanno determinato un lavoro di rete per garantire la massima attenzione agli aspetti più problematici della minore.

Il terzo caso clinico è Il caso di Paolo di Letizia Rusci che ci mostra un caso di ansia sociale questa volta in comorbidità con un disturbo evitante di personalità. Nella formulazione del caso viene messa ben a fuoco la descrizione degli stati mentali e dei comportamenti del paziente con gli scopi sottesi e viene fatta una buona illustrazione del lavoro terapeutico, atto anche ad aiutare il paziente ad essere maggiormente consapevole e accettare aspetti di sé.

Ultimo caso clinico di questo numero è un lavoro di Giovanna Panichi, “Il difetto di essere Mirko”. Il caso clinico mostra la sofferenza del ragazzo con disforia di genere nel percepirsi inadeguato e le conseguenze comportamentali che ne scaturiscono. Giovanna ci fa una chiara descrizione del lavoro CBT effettuato volto a ridurre le condotte a rischio e a incrementare il senso di autoefficacia.

Buon nuovo numero di Psicoterapeuti In Formazione a tutti!!!

 

Chiara Mignogna Presentazione del numero
Articoli teorici  
Claudio Stefano Del Monte La psicoterapia nella balbuzie pp. 3-34                          
Casi clinici
Irene Tramentozzi    Aurora: superare le barriere dell’ansia sociale e del disturbo dipendente di personalità pp. 35-51
Erica Cellitti Il caso di Roberta: quando il peso della sofferenza è troppo pressante pp. 52-66
Letizia Rusci Paolo: un caso di disturbo d’ansia sociale in comorbilità con disturbo evitante di personalità pp. 67-88
Giovanna Panichi Il difetto di essere Mirko pp. 89-105

 

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