Cenni sulla relazione terapeutica

 

La paziente fin dall’inizio si è mostrata molto motivata al trattamento e molto collaborativa, una paziente perfetta per ciò che riguarda il rispetto degli orari e l’impegno personale in seduta e fuori (homework). Numerosi sono stati i momenti in cui mi ha chiesto di esprimere pareri su situazioni interpersonali che ha vissuto con difficoltà; ho cercato di monitorare il mio atteggiamento ascoltando con partecipazione le sue difficoltà e cercando di spronarla a giudicare lei stessa i pro e i contro del suo comportamento, evitando di dare consigli, di far trasparire critiche e di assumere un atteggiamento troppo direttivo. L’ausilio di manuali di auto-aiuto ci ha permesso di impostare un rapporto incentrato su una franca collaborazione e di aumentare il senso di efficacia della paziente nel suo percorso.

Autovalutazione critica del terapeuta

La terapia ha avuto buoni esiti, anche se il timore di G. di poter deludere gli altri e di apparire inadeguata ancora oggi in alcune situazioni tende ad essere presente, motivo per cui sto continuando a seguirla. In particolare la paziente, proprio per non deluderlo, ha deciso di fidanzarsi molto velocemente con un ragazzo che l’ha corteggiata per un lungo periodo e che le ha chiesto recentemente di avere una risposta. Durante la terapia, per favorire una migliore autonomia della paziente ho lavorato molto sui timori del giudizio altrui, articolandoli in maniera più ampia e favorendone una accettazione. Ho insistito poco, però sulla validazione delle scelte della paziente e dei suoi punti di forza (onestà, sensibilità, ambizione, concretezza), che credo sia necessario recuperare per aiutarla a focalizzare meglio le sue motivazioni.

Il contratto attuale è aiutarla ad assumere un atteggiamento maggiormente assertivo nei confronti del partner.

 

 

Autore Mara Romiti

Specializzata a Roma training Mancini (SPC)

e-mail: mara-romiti@libero.it

 

 

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