di Cristiana Martini

 

Siamo a Città del Messico, dove Manitas del Monte, potente boss di un cartello della droga, ha deciso di realizzare ciò che sogna da sempre. Per farlo, ordina di rapire Rita Moro Castro, un’eccellente avvocata intrappolata in un ambiente legale maschilista, dove il suo talento viene sfruttato per far assolvere criminali piuttosto che servire la giustizia. In questo modo, contribuisce a un sistema sociale fondato sulle disuguaglianze di potere, privo di valori morali, in cui non c’è spazio per la realizzazione personale. Sottopagata, frustrata, Rita è invisibile.

Manitas vuole che Rita gestisca per lui il processo di transizione, brillante metafora della dolorosa strada verso il nuovo desiderato ma non noto futuro. Rita si trova di fronte a una scelta: aiutare un narcotrafficante in cambio di una fortuna e di una nuova vita in Europa. Decide di accettare. Ne simula la morte e trasferisce la sua famiglia in Svizzera.
Manitas ora è Emilia. Per lei è impossibile rinunciare agli affetti. L’amore per i suoi figli la richiama, rendendo inaccettabile il distacco. Torna imprevedibilmente nella vita di tutti. Ha deciso di riprendersi i suoi figli, vuole che siano in Messico, li ospiterà e sarà per loro una zia.

Ma, come in passato, i ragazzi sono nuovamente costretti a lasciare una vita che non volevano e che ora non vogliono abbandonare.
Rita dovrà occuparsene, questa volta non ha scelta, non può rifiutare.
Tutto è in divenire, così anche il rapporto tra le due donne. Il narcotrafficante non esiste più. La relazione è più intima. Emilia
non dà ordini, si affida a Rita. La trasformazione di Emilia avanza. Vuole espiare la sua disumanità, attraverso la costruzione di
un’associazione che ha come obiettivo la restituzione alle famiglie dei corpi di coloro che in passato ha ucciso. Dietro questo gesto riparativo si cela ancora il desiderio di costruire un’identità grandiosa e potente, ripulita dalle atrocità del passato. Emilia incarna un’attivista per le cause sociali ora il potere sta nel rinunciare alla violenza e alla costrizione.

Rita si unisce al progetto. Decide di restare nella sua terra, riprendendo in mano i valori e i desideri a cui aveva precedentemente rinunciato. Anche lei, come Emilia, trova finalmente il suo posto. Il loro legame si consolida, si supportano reciprocamente, amichevolmente si amano, sono complici.
Rita è l’unica a conoscere la verità di Emilia. Per il mondo, Emilia è solo una metà di ciò che è realmente, vive come donna, si nasconde dalla moglie e dai figli. Il gioco di contraddizioni è sottile.
Tutto precipita in un ultimo atto di violenza e drammaticità. Jessi, la moglie di Emilia, ritrova il suo amante e non è disposta a rinunciarvi. Ricatta Emilia, ma quando scopre chi sia davvero, è ormai troppo tardi.

Jacques Audiard, sceglie il musical come linguaggio per intrecciare dramma e thriller. Il musical amplifica e integra conflitti identitari inevitabili legati alla trasformazione del mondo interiore, evidenziando come il cambiamento di Emilia rifletta le complessità insite nelle profonde trasformazioni sociali. La lentezza del primo atto, la gradualità e la continuità nella rappresentazione delle trasformazioni del corpo, infine, la rapidità e la discontinuità che caratterizzano tutti e tre gli atti, comunicano le diverse sfaccettature di ogni cambiamento.

Nella mente dello spettatore i pregiudizi si scontrano con la comprensione emotiva dei dolori e delle aspirazioni delle protagoniste e ne vengono disarmati.
Emilia Perez è un film contro il prestabilito. Ci insegna che non esistono scelte universalmente giuste e che il sovvertimento, la rivoluzione e la trasformazione sono parte essenziale per una rigenerazione intima, sociale e inclusiva in cui al centro vi è il rispetto di sé e degli altri.

Medio él, medio ella, medio papá, medio tía, medio rica, medio pobre, medio jefe, medio reina

Medio aquí, medio allá, medio muerto, medio viva
Medio adentro, medio fuera, todo, nada
Quién soy? No lo sé
Yo soy lo que siento
Y por primera vez siento un sentimiento
La vida sin amor fue como una caída

Ah, qué alegría
Hacer el amor con amor