di Chiara Mignogna
Sono molto felice di avere avuto l’opportunità di curare questo nuovo numero di Psicoterapeuti in formazione, che per natura stessa della rivista fa dell’opportunità la parola chiave consentendo agli autori, spesso colleghi appena specializzati, di condividere e far leggere i propri lavori, sia per l’opportunità che noi tutti lettori abbiamo di approfondire diverse tematiche, prendere spunti ed effettuare riflessioni cliniche. Apre questo numero di PIF un interessante lavoro teorico di Valentina Verzari dal titolo Radically Open Dialectical Behavior Therapy – RO-DBT. Il contributo parte dalla descrizione di un nuovo modello transdiagnostico sviluppato per il trattamento di problemi di ipercontrollo, la RO-DBT di Lynch, descritto nelle sue varie fasi e nella sua struttura. L’aspetto peculiare riguarda l’analisi che l’autrice inserisce sulla relazione terapeutica come fattore terapeutico e conclude il lavoro un confronto tra la Ro-DBT con altri modelli.
Il secondo lavoro è un articolo sul lutto di Giulia Marella con il titolo Accettare i lutti peculiari: ostacoli e interventi di facilitazione, in cui vengono descritte alcune circostanze particolari in cui è possibile che il lutto evolva in esiti patologici. Nel suo contributo vengono analizzati il lutto da suicidio, il lutto prenatale e perinatale, il lutto da Covid-18 e il lutto da perdita ambigua.
Segue il lavoro teorico di Giorgia Petrova, dal titolo “Disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID)”. ARFID è uno nei disturbi del comportamento alimentare, seppur meno noto rispetto ad altri. L’interesse per questo contributo, a mio avviso, nasce non solo per la spiegazione e definizione che l’autrice fa del disturbo, ma anche dalle esemplificazioni cliniche che ci presenta completate dal trattamento cognitivo comportamentale.
Il quarto lavoro presentato, Il suicidio è un evento prevedibile? Una rassegna sui fattori di rischio e strategie di prevenzione dei comportamenti suicidari è un articolo che si sviluppa da un lavoro di gruppo effettuato all’interno di una classe delle nostre scuole, SICC di Roma. L’articolo passa in rassegna lo stato dell’arte del fenomeno del suicidio, descrivendo i principali fattori di rischio e i protocolli di intervento maggiormente utilizzati. Inoltre, fornisce a giovani colleghi specializzandi strumenti utili per valutare il rischio suicidario.
Il quinto lavoro presentato è un contributo teorico dal nome La conclusione del percorso terapeutico di Rachele Novaro, di particolare interesse per l’approfondimento che fa di una delle fasi della terapia, appunto la sua conclusione. Il contributo si concentra su due diverse modalità che possono configurarsi nella fine della terapia, ovvero la conclusione condivisa e l’interruzione unilaterale e i vissuti emotivi che coinvolgono il paziente e il terapeuta. Il lavoro, inoltre, continua cercando di comprendere e identificare quali possono essere i prerequisiti per una buona chiusura, prassi cliniche e momenti chiave della fase conclusiva.
In questa edizione viene presentato, inoltre, un contributo teorico dal titolo Sfidarsi per esistere: ragazzi intrappolati nella rete tra vecchie e nuove forme di violenza, di Maria Lucia Disabato, Francesca Filograsso e Maria Grazia Foschino Barbaro. Il lavoro propone un interessante approfondimento sui rischi del web a cui gli adolescenti sono sempre più esposti. Considerando l’importante tappa evolutiva di costruzione e consolidamento dell’identità che gli adolescenti si trovano ad affrontare, è importante conoscere il contesto attuale e comprendere come il web possa assumere ruoli di supporto oppure essere un ostacolo e fonte di pericolo, attraverso ad esempio sfide online che risultano particolarmente estreme e dannose. In questo lavoro, inoltre, vengono individuate modalità di navigazioni sicure e adattive da promuovere nei più giovani e che è opportuno conoscere per noi professionisti della salute mentale.
Ultimo lavoro teorico presentato è di Francesca Corocher, Narcisismo patologico e strategie terapeutiche. L’autrice oltre a descrivere il disturbo e i processi interni mette in luce diversi problemi che possono accompagnare il DNP, come il rischio di stigma sociale, difficoltà di assessment e difficoltà di trattamento. In linea con ciò, ci fornisce un’illustrazione di un modello pragmatico sviluppato da Weinberg e Ronningstam (2020) al fine di promuovere la consapevolezza e il cambiamento nei pazienti, grazie a diverse strategie pratiche.
Chiude questo numero di PIF un caso clinico di Chiara Pavone, Il caso di Leonardo: disturbo da somatizzazione, descrivendo la terapia effettuata con un ragazzo di 16 anni con disturbi da somatizzazione e un quadro caratterizzato da evitamento di diverse situazioni sociali, con conseguente compromissione del funzionamento scolastico e sociale. Il trattamento presentato si è incentrato dapprima sulla comprensione della relazione tra rappresentazione cognitiva ed emozione e sulla normalizzazione delle emozioni sperimentate; successivamente il focus si è spostato sull’acquisizione di abilità sociali utili allo svolgimento di attività quotidiane.
Chiara Mignogna |
Presentazione del numero |
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Articoli teorici |
Valentina Verzari |
Radically Open Dialectical Behavior Therapy – RO-DBT |
pp. 3-22
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Giulia Marella |
Accettare i lutti peculiari: ostacoli e interventi di facilitazione |
pp. 23-46 |
Giorgia Petrova |
Disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID) |
pp. 47-63
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Arrighi et al. |
Il suicidio è un evento prevedibile? Una rassegna sui fattori di rischio e strategie di prevenzione dei comportamenti suicidari |
pp. 64-76 |
Rachele Novaro |
La conclusione del percorso terapeutico |
pp. 77-99 |
Maria Lucia
Disabato et al. |
Sfidarsi per esistere: ragazzi intrappolati nella rete tra vecchie e nuove
forme di violenza |
pp. 100-116 |
Francesca Corocher |
Narcisismo patologico e strategie terapeutiche |
pp. 1117-149 |
Casi clinici |
Chiara Pavone
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Il caso di Leonardo: disturbo da somatizzazione |
pp. 150-159 |
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