Anamnesi personale
Egli è figlio di nove fratelli ed ha vissuto in un istituto per i primi anni di vita, condividendo spazi comuni e rimanendo per molte ore da solo sdraiato a guardare il soffitto; veniva allattato con un ciuccio di legno.
Alessio presentava atteggiamenti autolesionisti (batteva la testa contro il muro) e la sua soglia del dolore era molto alta e non gli permetteva così di mettersi al riparo anche da conseguenze a volte dannose. E’ capitato che sia finito in ospedale per otiti perforanti e spesso sono state diagnosticate fratture agli arti senza che egli fosse in grado di manifestare sofferenza e dolore.
Anche la sua alimentazione manifestava tutto il suo disagio: inghiottiva con voracità, senza masticare nulla ed ha così rischiato il soffocamento più volte.
Alla scuola materna con i bambini manifestava aggressività, passava agli agiti di frequente e nei momenti di frustrazione era solito usare calci e pugni oppure mordere.
Il ritmo sonno veglia è stato alterato fino ai primi sei anni di vita (risvegli frequenti e difficoltà di addormentamento).
A tre anni presentava un ritardo del linguaggio.
La madre lo descrive come un bambino sempre in movimento, disattento ed impulsivo, ma molto sensibile (chiede spesso scusa.) Alessio ama i giochi di movimento ed è molto snodato (si mette le gambe attorno al collo).
La madre è sorpresa dal fatto che il figlio, non riesce a legarsi agli oggetti: tende a distruggere i suoi giochi, dopo che egli vi ha giocato.
Ora Alessio ha otto anni, il nostro incontro è avvenuto quando egli ha iniziato la scuola elementare, momento in cui sono manifestate a pieno le sue difficoltà, sia a livello comportamentale che a quello strettamente legato all’apprendimento. Quando l’ho conosciuto egli si presentava ancora come un bambino ipoevoluto, molto esile ma con uno sguardo molto sveglio.