Psicopatologia associata al disturbo da alimentazione incontrollata
Le persone affette dal DAI hanno un’elevata preoccupazione per il peso e le forme corporee, spesso soffrono di depressione e hanno importanti problemi interpersonali (Garner e Dalle Grave, 1999). Sul piano psicopatologico esistono diversi studi che mostrano un maggiore coinvolgimento degli Obesi BED rispetto ai non BED.
La sintomatologia conclamata nel soggetto obeso con DAI è caratterizzata da assunzioni di cibo massicce, disordinate, caotiche, vissute spesso in modo quasi automatico, passivo, che sono il risultato di una idea prevalente che assume, immediatamente prima che si scateni l’abbuffata, le caratteristiche di un’ossessione. Il bisogno di mangiare viene decritto dai pazienti come incoercibile e l’assunzione di cibo come una vera e propria compulsione all’insegna della perdita di controllo su quanto ingurgitato e sulla durata dell’abbuffata stessa (Apfeldorfer, 1996).
Alcuni soggetti riferiscono che il loro comportamento alimentare incontrollato viene scatenato da alterazioni disforiche dell’umore, come depressione, ansia, irritabilità e tristezza variamente associate. Altri non sono in grado di individuare precisi fattori scatenanti, ma riferiscono sentimenti aspecifici di tensione che ricevono sollievo dal mangiare senza controllo. Altri ancora descrivono una qualità dissociativa degli episodi di abbuffata (sentirsi “intorpiditi” o “fuori di sé”). I soggetti con DAI non presentano elevati livelli di restrizione alimentare (Ardoviniet al., 1999; Marcus, 1995), non riescono, infatti, a limitare il loro introito calorico (Marcus, 1997) e molti soggetti mangiano tutto il giorno, senza programmare i pasti. I soggetti con BED possono ancora riferire che il loro modo di mangiare o il loro peso interferisce nei loro rapporti con gli altri, nel loro lavoro e nella loro possibilità di sentirsi contenti di sé. In confronto con i soggetti di peso uguale, ma senza queste abitudini alimentari, essi riferiscono più frequentemente disprezzo di sé, disgusto per le dimensioni corporee, depressione, ansia, preoccupazioni somatiche e vulnerabilità personale.
Nei parenti di primo grado dei pazienti con DAI è stata accertata l’elevata presenza di una storia di abuso di sostanze psicoattive (12%), alcolismo (47%) e disturbi affettivi maggiori (33%). I pazienti con DAI sembrano mostrare infine una elevata prevalenza di altri disturbi psichiatrici come i Disturbi Depressivi Maggiori, Disturbi di personalità e Disturbi correlati a sostanze.
Disturbo da Alimentazione Incontrollata e Depressione
I soggetti Obesi con BED rispetto ai Non BED presentano una maggiore sofferenza psicologica e comorbilità psichiatrica e sarebbero caratterizzati da maggiore probabilità di incorrere in Disturbi dell’umore, mostrando in particolare una più alta prevalenza “lifetime” di episodi depressivi maggiori caratterizzati quasi tutti da incremento ponderale (Dudson e al., 1988; Yanovski et al.,1993; Marcus, 1993 e 1995; Prather e Williamson, 1998). In particolare Marcus et al. (1995) hanno osservato negli individui obesi con DAI una storia di depressione 12,9 volte più frequente rispetto a quelli senza questo disturbo e inoltre una stretta associazione tra peggioramento del tono dell’umore e aumento delle abbuffate (Marcus et al., 1990). Altri studi (Polivy e Herman, 1976) avevano già osservato che pazienti obesi coinvolti in un programma dietetico tendono ad aumentare di peso corporeo quando vanno incontro a un episodio di depressione maggiore. Si potrebbe avanzare l’ipotesi che, cambiamenti di peso durante episodi di depressione maggiore contribuiscano allo sviluppo di uno stato di sovrappeso o comunque favorire l’insorgenza del DAI.
Sempre Marcus (1995) osserva che circa il 23% dei pazienti obesi con DAI soddisfa i criteri diagnostici di depressione atipica (mantenimento di una reattività dell’umore, mangiare e dormire in eccesso e affaticamento severo) e inoltre gli individui con depressione atipica mostrano un quadro clinico, per quanto riguarda il disturbo dell’alimentazione, significativamente più grave rispetto a quelli senza questo disturbo. Infine non va sottovalutato che affrontare il pregiudizio sociale verso l’obesità diffuso nel mondo occidentale e il senso di perdita di controllo nelle abbuffate che è fortemente egodistonico, possono contribuire allo sviluppo, causare o esacerbare la sintomatologia depressiva (Wadden e Stunkard,1985; Garner e Dalle Grave, 1999).
Riassumendo, il tono dell’umore, il peso corporeo e le abbuffate sembrano interagire tra loro mantenendo la sintomatologia del disturbo da alimentazione incontrollata e rinforzando modalità disfunzionali di controllo dell’alimentazione, del peso corporeo e del tono dell’umore.
Le ricerche in questo settore ha maggiormente delineato alcune differenze psicopatologiche di base, rilevando, in aggiunta a quanto detto prima, una maggiore probabilità negli Obesi con DAI di incorrere in disturbi d’ansia ed una maggiore incidenza di disturbi di personalità.
Disturbo da Alimentazione Incontrollata e Disturbi D’ansia
In generale, alcuni studi riferiscono nei soggetti con DAI, episodi di attacchi di panico. Marcus et al. (1990) evidenziano una maggiore incidenza di fobia sociale negli obesi con DAI rispetto ai soggetti obesi senza disturbo (22% vs 9%) mentre Ricca et al. (1998) evidenziano, molto spesso, la comparsa in corso di DAI del Disturbo d’Ansia Generalizzato.
Disturbo da Alimentazione Incontrollata e Disturbi Di Personalità
Ricca et al. (1998) rilevano, nei soggetti obesi con DAI, una particolare frequenza del Disturbo Borderline di Personalità (14%) e del Disturbo di Personalità Evitante. Uno studio del 2000 (Wilfley et al.), evidenzia una relazione tra psicopatologia associata a BED, severità delle abbuffate ed esito del trattamento, dimostrando come la psicopatologia dell’Asse I non era associata, in condizioni basali, alla severità del BED, mentre la psicopatologia dell’Asse II era significativamente correlata alla severità delle abbuffate e alla psicopatologia del BED. Inoltre la presenza di un disturbo di personalità del cluster B, prediceva una più elevata frequenza di abbuffate un anno dopo la fine del trattamento.
Altri Disturbi
In questi ultimi anni sono state avanzate ipotesi suggestive secondo le quali i soggetti obesi con DAI avrebbero nella loro anamnesi personale una maggiore frequenza di episodi di violenza fisica e sessuale intra ed extra familiare. Ricerche retrospettive sembrerebbero confermare tale supposizione (Yanovski et al., 1993). Questo dato è stato preso in considerazione per spiegare la maggiore incidenza di disturbi dissociativi e depressivi: in particolare alcuni studi hanno evidenziato che gli obesi con DAI rispetto a quelli senza disturbo riportano più frequentemente una storia di abuso fisico e raggiungono punteggi elevati nelle scale di valutazione dei sintomi dissociativi (Dalle Grave et al., 1996 e 1997), anche se quest’ultimi rimangono significativamente inferiori a quelli osservati nella BN (Dalle Grave et al., 1997). Inoltre frequente è l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcool, caratteristica legata da alcuni studi agli obesi con DAI e da altri ai soggetti bulimici normopeso, più raramente in corso di obesità semplice (Alger et al., 1991; Marcus, 1995; Hudson et al., 1988; Ricca et al., 1998).