Binge Eating: Obesità e Immagine Corporea Negativa
Considerata la presenza del BED soprattutto in soggetti con obesità, non si possono trascurare le complicanze legate a quest’ultima che esacerbano la patologia BED già esistente. In particolare il riferimento è al rapporto tra obesità e immagine corporea negativa. Sebbene lo sviluppo di un’immagine corporea negativa dipenda da molteplici fattori individuali, familiari e socio-culturali, l’obesità sembra giocare un ruolo prominente, e questo non è sorprendente vista la stigmatizzazione dei soggetti con obesità esistente nei paesi occidentali (essere presi in giro a scuola da coetanei ed insegnanti, essere esclusi dalle attività sportive extrascolastiche, discriminati e giudicati meno efficienti nel lavoro, avere maggior difficoltà a trovare un compagno e spesso sposarsi con una persona di classe sociale inferiore, non trovare vestiti alla moda, essere discriminati e giudicati dai medici come persone prive di forza di volontà). Inoltre, la nostra società, assai preoccupata per il peso corporeo, considera le persone obese poco attraenti e dotate di scarsa “forza morale” e di “scarsa forza di volontà”. L’individuo con un’immagine corporea negativa è costantemente ansioso, imbarazzato e vergognoso di sé perché crede che il suo aspetto riveli la sua inadeguatezza personale contribuendo all’idea di essere una persona senza capacità di autocontrollo, senza valore. Molte persone si considerano brutte e talora disgustose: alcune adottano peculiari comportamenti, come ad es. evitare di esporre il proprio corpo. Spesso soffrono di depressione e di bassa autostima e hanno relazioni interpersonali problematiche.
Molti studi hanno evidenziato che, in confronto agli individui normopeso quelli obesi sovrastimano e distorcono maggiormente la loro taglia corporea, sono più insoddisfatti del loro peso e delle forme corporee ed evitano con più frequenza le situazioni sociali perché sono preoccupati della loro apparenza (Collins et al., 1987; Tiggemann e Rothblum, 1988; Rosen, 1997) fino ad arrivare a un completo isolamento sociale. L’intensa preoccupazione per il peso e le forme corporee, sebbene possa essere costantemente presente durante il giorno, si accentua in modo particolare in alcune situazioni, ad esempio dopo aver mangiato e nelle occasioni sociali (Rosen, 1997).
L’immagine corporea negativa, ovvero “…la persistente insoddisfazione, preoccupazione e disagio nei confronti dell’apparenza fisica; …deve, inoltre, essere presente un certo grado di danno nelle relazioni interpersonali, nelle attività sociali e nell’attività lavorativa” (Thompson 1992), è il più potente fattore che motiva le persone con obesità a cercare di dimagrire e di conseguenza ad entrare in circuiti disfunzionali che perpetuano, mantengono e creano il disturbo. È anche uno dei principali fattori implicati nel recupero del peso perduto.
Sembra sia inevitabile il dover adottare una concettualizzazione dell’immagine corporea negativa basata su un “continuum” che va da forme di moderata preoccupazione corporea a livelli estremi di disturbo. Un modello che si basa sul “continuum” soddisfa la maggior parte delle osservazioni effettuate in questo campo che hanno evidenziato l’esistenza di una correlazione positiva tra livelli di insoddisfazione corporea e altri disturbi, come ad esempio i disturbi dell’alimentazione e la depressione (Thompson, 1996). Al più alto livello del continuum si osserva una preoccupazione corporea che si associa a gravi problemi nel funzionamento interpersonale e lavorativo e a comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione come ad es. digiunare, abbuffarsi od usare condotte eliminative.