Fasi del gioco d’azzardo patologico
Si è già detto che il gioco d’azzardo patologico è una malattia progressiva; ciò significa che è possibile individuare delle fasi di sviluppo della patologia. Lo schema più frequentemente utilizzato è quello elaborato da Custer (1982).
1) Fase Vincente
È caratterizzata dal gioco occasionale. In questa fase, il giocatore gioca soprattutto per divertirsi e passare il tempo.
Si tratta di una fase tipicamente maschile: è difficile che le donne (a causa di vari fattori, quali il minore interesse per i numeri e le strategie di gioco) attraversino una fase iniziale di vincita. Tale fase dura generalmente dai tre ai cinque anni e durante questo periodo il giocatore vince più spesso di quanto perda. Questo fatto, insieme alla presenza, di solito, di una “grossa vincita” (intendendosi con questa una vincita uguale ad almeno un anno di stipendio), rinforzano nel giocatore l’idea di essere più abile degli altri e di essere un grande giocatore. Si convince di potere diventare un giocatore “professionista”, e spesso si percepisce come tale, sviluppando fantasie di vittoria e di successi esagerati.
Questa situazione lo fa investire sempre più tempo e più denaro nelle attività di gioco, e da questo momento in poi incomincia a perdere.
2) Fase Perdente
Durante questa fase, che dura in media più di cinque anni, il giocatore spende sempre più tempo e più soldi nel gioco. Non è più un passatempo per stare insieme agli altri, diventa un gioco solitario.
Quando incomincia a perdere, il giocatore dà la colpa ad un periodo sfortunato. Cambia anche il tipo di scommesse: punta sui giochi che gli danno poche possibilità di vincita, ma che promettono vincite molto alte. Le perdite, a questo punto, superano le vincite.
A questo punto inizia “l’inseguimento della perdita”: il giocatore torna spesso a giocare per recuperare il denaro. A causa dell’urgente bisogno di denaro con cui giocare, il giocatore incomincia a chiedere prestiti, ed incominciano le bugie. Parla spesso della sua abilità nel gioco e delle sue vincite, molto più raramente delle perdite.
Il giocatore si trova sempre più in gravi difficoltà finanziarie, solitamente riesce a convincere i suoi familiari, parenti o amici, di qualche causa di forza maggiore, che rende necessario il ricorso ad un prestito. Il gambler chiede più denaro di quanto non gli serva per saldare i debiti di gioco, in modo da averne anche per giocare. Spesso preferisce “investire nel gioco” i soldi prestatigli, che pagare i debiti.
In questa fase il soggetto diventa più irritabile e agitato.
3) Fase Della Disperazione.
In questa fase, il giocatore ha perso completamente il controllo sul gioco.
Gioca per lenire le sofferenze, per lo più causate dal gioco stesso, e continua a giocare anche se sa che continuerà a perdere. Anche le bugie sono fuori del suo controllo: quando gli altri non gli credono, diventa aggressivo e li accusa di essere la causa del suo problema.
Ha un assoluto bisogno di ottenere il denaro con cui giocare. La sua famiglia è allo stremo e prende in considerazione l’idea di abbandonarlo (quando non lo ha già fatto).
In questo periodo il giocatore, per procurarsi soldi, può far ricorso ad attività illegali, quali appropriazione indebita e furti di vario genere. Considererà il denaro così ottenuto come un prestito, da restituire grazie alla “grossa vincita” che è sicuro di ottenere di lì a poco.
4) Fase Cruciale
Le sofferenze che si riversano sui famigliari del giocatore (se li ha ancora vicini) si manifestano in vari modi: sono indietro con i pagamenti, sono senza risparmi, hanno difficoltà a procurarsi soldi, alcuni parenti o amici non gli rivolgono più la parola, le carte di credito sono state bloccate. I familiari sanno che il loro congiunto continua a giocare e mente continuamente. Lo hanno sentito più volte promettere di smettere di giocare, ed hanno potuto constatare che le promesse non hanno avuto seguito. Il partner, spesso, cede alla depressione, ma, poiché non vuole che si sappia del problema di gioco, si limita a chiedere al coniuge di smettere di giocare.
Da parte sua, il giocatore persiste nel suo comportamento. È convinto che le sue bugie siano credute ed aumenta l’intolleranza verso coloro che non soddisfano le sue richieste. Esteriormente, incolpa tutti tranne se stesso per la situazione nella quale si trova. Internamente, invece, il giocatore è angosciato. Vorrebbe smettere, ma “deve giocare”; non sa spiegare perché, ma deve farlo. Il suo desiderio di autopunirsi lo porta a pensare frequentemente di farla finita e, molto più spesso di quanto si pensi, arriva al suicidio.
La mancanza di informazioni sulla malattia, uniti all’orgoglio, impediscono al partner di reagire. Devono accadere fatti traumatici, quali un arresto del giocatore o un tentativo di suicidio, perché il coniuge dia un ultimatum al suo partner o lo abbandoni. La maggior parte dei giocatori (in particolare quelli di sesso maschile) accetta di intraprendere una terapia solo dopo avere ottenuto un ultimatum dal coniuge e dopo avere esaurito tutte le possibili fonti di denaro per giocare.
Le ultime tre fasi sono le cosiddette “fasi di guarigione”, durante le quali il gambler chiede aiuto e inizia la terapia riabilitativa.
5) Fase Critica
In questa fase il giocatore ritiene di avere realisticamente bisogno di aiuto e smette di giocare.
Insieme a professionisti incomincia a rendersi conto della patologia, affronta i suoi problemi, torna a lavorare e sviluppa un programma di risarcimento dei debiti.
6) Fase di Ricostruzione
E’ il momento di un miglioramento dei rapporti familiari, di una riprogettazione del futuro, del recupero del rispetto di se stesso. Il paziente è meno irascibile.
7) Fase di Crescita
In questa fase diminuisce la preoccupazione legata al gioco, si recuperano in modo più stabile i rapporti con gli altri e si affrontano con maggiore lucidità i problemi.