Subscale Anticipated discrimination
Per quanto riguarda la personale reazione al fatto di avere una diagnosi di malattia mentale sono state rilevate le seguenti problematiche in seguito alla diagnosi:
item 42 –rinuncia a cercare o riprendere a lavorare o studiare
item 43 – rinuncia a cercare o mantenere una relazione interpersonale stretta
item 45 – sentirsi danneggiato dal contatto con lo staff dei servizi psichiatrici
item 46 – sentirsi evitati dagli altri
item 47 – sentire la necessità di nascondere la diagnosi agli altri
Il gruppo C è quello che si sente maggiormente danneggiato dal contatto con lo staff psichiatrico e che maggiormente insieme al gruppo S ha rinunciato nell’area lavorativa. Il gruppo E vede come area di maggior rinuncia i rapporti interpersonali. I gruppi S e E hanno un maggiore percezione di essere evitati dagli altri rispetto al gruppo C e coerentemente una valutazione di maggiore necessità di nascondere la malattia agli altri.
Tabella IV. Distribuzione di frequenza item Subscale anticipated discrimination
QOU
Il questionario è costituito da 50 item e valuta il grado di condivisione dei pazienti delle opinioni circa il disturbo di cui soffrono. Per quanto riguarda l’apprendimento di informazioni è stata fatta una valutazione del numero di risposte corrette ai seguenti 5 item (a scelta multipla):
N 44 – Le persone che hanno avuto disturbi mentali simili ai miei e che lavorano, se hanno un periodo di crisi devono portare un certificato di malattia; N 45 – Il Trattamento sanitario obbligatorio viene fatto quando una persona ha bisogno di essere curata, non se ne rende conto e rifiuta le cure, N 46 – Un TSO viene disposto per 7 giorni; N 47 – Un TSO viene disposto da due medici e dal sindaco; N 48 – Le persone che hanno disturbi mentali simili ai miei sono 1 su 100.
È rilevabile un certo grado di apprendimento che si riduce nel tempo per i gruppi S e E.
Dal grafico si evidenzia un maggiore impatto nel tempo per il gruppo Stigma rispetto al gruppo Educativo. Data l’esiguità del campione non è possibile trarre conclusioni, tuttavia considerata la rilevazione dei dati che in E è stata fatta immediatamente al termine dell’intervento educativo mentre per S alla fine dell’intervento totale, si può ipotizzare un maggiore impatto dell’intervento completo nella memorizzazione delle informazioni, mentre il gruppo E tende a tornare al valore iniziale.
La valutazione nel tempo delle definizioni di schizofrenia nell’item 50 e delle possibili cause del loro disturbo mentale negli item 3, 4, 5 da parte dei pazienti dei gruppi S e E non ha evidenziato differenze sostanziali fra le due condizioni. È rilevabile a livello qualitativo la maggiore conoscenza dei sintomi della patologia, un numero maggiore di possibili cause considerate e una rivalutazione da parte di una paziente del gruppo E della incurabilità della schizofrenia in termini di possibilità di miglioramento. Gli studi di Mak et al. (2006) rilevano che nelle persone con diagnosi di schizofrenia, un migliore insight cognitivo e un’attribuzione interna di responsabilità delle cause del proprio disturbo sono associati significativamente con alti livelli di self-stigma. Gli autori suggeriscono un approccio educativo che riattribuisca la causalità ad una multi-fattorialità biologica, psico-sociale e ambientale per ridurre l’auto-stigmatizzazione. In questa ottica la considerazione di maggiori fattori causali costituisce un fattore utile nella direzione della riduzione dello stigma.
Figura 2. Percentuale di risposte corrette dei tre gruppi nei tre tempi
Per quanto riguarda le opinioni sui disturbi mentali è stata fatta una valutazione delle frequenze di risposta degli item dal 18 al 43 (escluso 38) sulle conseguenze psicosociali della schizofrenia.