Definizioni e caratteristiche dell’anoressia nervosa
L’anoressia nervosa è una patologia che colpisce maggiormente soggetti in fase adolescenziale ed è caratterizzata da un progressivo rifiuto di cibo che può portare alla cachessia e in casi estremi alla morte (Ruggieri & Fabrizio, 1994; Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998; Garner & Dalle Grave, 1999; Fabrizio et al., 2004; Arkel & Robinson, 2008). Per poter diagnosticare un caso di anoressia nervosa si fa affidamento ai criteri dell’APA (American Psychiatric Association).
La definizione psichiatrica della malattia ha subito diverse variazioni, ma attualmente vengono ufficialmente accettati i criteri dell’ultima versione del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) il DSM-IV T-R (2001), che stabilisce di poter parlare di anoressia nervosa quando si presentano alcune caratteristiche:
Un rifiuto di mantenere il proprio peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l’età e la statura (es. perdita di peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto dell’85% rispetto a quanto previsto, oppure incapacità di raggiungere il peso previsto durante il periodo di crescita in altezza con la conseguenza che il peso rimane al di sotto dell’85% rispetto a quanto previsto);
· Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi anche quando si è sottopeso;
· Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del proprio corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del proprio corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità dell’attuale condizione di sottopeso;
· Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè l’assenza di almeno tre cicli consecutivi.
I sottotipi di anoressia nervosa attualmente riconosciuti dal DSM IV T-R (2001) sono due:
Anoressia Nervosa con restrizioni. In questa categoria i soggetti nell’episodio attuale di anoressia nervosa non presentano regolarmente episodi di abbuffate o condotte di eliminazione (es. uso inappropriato di diuretici, lassativi, enteroclismi, o vomito autoindotto). In questo sottotipo la perdita di peso viene ottenuta principalmente dalla dieta, digiuno o da attività fisica.
Anoressia Nervosa con Abbuffate/Condotte di eliminazione. I soggetti nell’episodio attuale di anoressia nervosa presentano regolarmente episodi di abbuffate o condotte di eliminazione.
Il termine “anoressia” significa “perdita di appetito”, questa definizione però risulta errata in quanto in questi soggetti non si ha perdita di appetito, ma si verifica un rifiuto volontario di mangiare per paura di un aumento ponderale (Palmer, 1988; Montecchi, 1994; Ruggirei & Fabrizio, 1994; Oliviero Ferrararis et al., 1997; Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998), ed è per questo motivo che la Falugi (1992) preferisce chiamarla “sitiergia” in quanto le pazienti “hanno fame e non mangiano (…) anche se ricercano il cibo, lo accumulano e lo cucinano per gli altri” (pag. 19).
Paradossalmente le pazienti con anoressia nervosa sono delle ottime cuoche, impegnate collezioniste e lettrici di ricette o di tutto ciò che a che fare con l’alimentazione e con le diete, inoltre tutti i soggetti con un disturbo alimentare psicogeno sono dei sognatori di pasti abbondanti ed invitanti (De Pascale, 1992).
In questi soggetti è presente un’alterata immagine corporea, riferita alla valenza positiva o negativa che il soggetto esperisce di fronte all’immagine del proprio corpo, che li porta a vedersi e sentirsi “grassi” anche quando sono in una situazione di grave sottopeso (Bruch, 1977; Ripa di Meana, 1995; Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998).
Il concetto di consapevolezza del proprio corpo (body awareness) non è soltanto riferito alla percezione della propria apparenza esterna. Questi soggetti infatti, oltre alle distorsioni relative al proprio aspetto esteriore, tendono a manifestare confusione relativa alle proprie esperienze sensoriali e psichiche, come ad esempio alterazioni relative ai cicli mestruali, alla sensazione di caldo e freddo, ed a un errato riconoscimento della propria fatica fisica (De Pascale, 1992).
La convinzione più eclatante dei pazienti con anoressia nervosa è che la magrezza sia l’unico modo attraverso cui godere di un buono stato di salute fisica e psichica che va cercata ricorrendo a diete rigide fino al digiuno, eccessivo esercizio fisico, uso improprio di lassativi o diuretici, vomito autoindotto (Palmer, 1988; Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998; Santoni Rugiu et al., 2000).
Infatti, centrale per l’anoressica è il sentirsi accettata e giudicata positivamente dagli altri che essa giudica significativi (Bruch, 1977; Selvini Palazzoni, 1981; Minuchin et al., 1980; De Pascale, 1992; Gardener & Dalle Grave, 1999).
Un elemento fondamentale in questa patologia è l’abnorme riduzione del peso corporeo rispetto all’età, al sesso e all’altezza (Palmer, 1988). Molto spesso però, ciò che viene deputato anomalo è l’atteggiamento del soggetto verso il proprio corpo (Montecchi, 1994). Crisp (1976) parla di “fobia del peso”, in quanto l’anoressica ha una paura morbosa del suo peso normale (Montecchi, 1994 e 1996; Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998).
Carano et. al (2007) hanno condotto uno studio interessante con l’obiettivo di esaminare in un campioni di 105 soggetti di sesso femminile con disturbo del comportamento alimentare, la prevalenza e l’incidenza dell’assitimia e della dissociazione. Il 18.1% del campione risultava essere alessitimico. Dai risultati presentati dagli autori si evince come nelle pazienti alessitimiche ci sia una elevata tendenza all’uso della dissociazione come meccanismo di difesa.
Hilde Bruch (1977) fa una distinzione tra anoressia nervosa primitiva e anoressia nervosa atipica. Nella prima compaiono alcune tematiche legate al senso di identità, di competenza e di efficacia mentale. Nell’anoressia nervosa primitiva è presente un disturbo dell’immagine corporea, infatti il soggetto anoressico si identifica con il proprio corpo emaciato e lo mantiene attivamente negando l’anomalia (Bruch, 1977; Montecchi, 1994; Selvini Palazzoni et al., 1998). In questa categoria è presente anche la mancanza di un’interpretazione o percezione consapevole degli stimoli provenienti dal corpo che induce il soggetto a non riuscire a riconoscere la sensazione di fame. Inoltre è sempre presente un senso di inefficacia che sta alla base del pensiero e di ogni attività del soggetto (Bruch, 1977; Montecchi, 1994; Selvini Palazzoli et al., 1998).
L’anoressia nervosa atipica invece, non è soggetta a classificazione. I soggetti che appartengono a questa categoria potrebbero all’inizio venir diagnosticati come anoressici, ma poi vengono considerati atipici in quanto le motivazioni e le dinamiche che accompagnano il disturbo differiscono da quelle associate ad un quadro morboso “tradizionale”.