Esempi di esercizi strutturati
Metodologia:
1. Fase psicoeducativa (accentuare l’attenzione dei partecipanti su aspetti salienti dell’assertività);
2. Modelli di coping (attraverso un apprendimento vicario);
3. Role play (esercizi comportamentali);
4. Homework (generalizzazione a situazioni reali)
Esercizio 1: “rompere il ghiaccio”
Gli obiettivi sono:
§ coinvolgere subito tutti
§ ridurre l’ansia dando un feedback positivo
§ stimolare l’interazione
L’esercitazione si svolge in questo modo: dopo aver scritto i nomi di ognuno su un cartoncino vengono pescate “le coppie”, si chiede quindi ad ognuna di parlare tra di loro (5 minuti) e di chiedere delle informazioni generali (sei sposato?che lavoro fai?dove vivi?…). Successivamente ogni membro della coppia presenterà l’altro al gruppo.
Gli aspetti rilevanti dell’esercizio sono:
1. E’ difficile chiedere informazioni alla persona che non conosciamo;
2. le informazioni che la persona ci dà non sempre le ricordiamo esattamente;
3. attenzione agli aspetti non verbali e verbali dell’interlocutore (“hai notato imbarazzo, impaccio mentre la persona ti parlava? Cosa hai notato di gradevole nel suo e tuo modo di fare l’esercizio?);
4. collegare l’esercizio alla realtà (ti è mai successo di essere a disagio nel parlare con una persona non conosciuta? In quale situazione? Come ti sei sentito?)
Gli homework prescritti sono:
§ osservare altre persone quando si presentano a persone sconosciute (se accade);
§ entro il prossimo incontro presentarsi ad almeno 3 persone sconosciute;
§ presentare un’amica o un amico ad un’amica;
§ se ti senti in imbarazzo o ansia, chiediti cosa stai pensando in quel momento e scrivilo.
Esercizio 2: “riconoscere lo stile”
Gli obiettivi sono:
§ chiarire la distinzione tra comportamento passivo, aggressivo e assertivo
§ abituare le persone a parlare di situazioni personali e concrete
§ creare un clima collaborativo
L’esercitazione si svolge in questo modo: il conduttore racconta un episodio della vita reale accaduto durante la passata settimana e chiede ai partecipanti di riconoscere quale comportamento (passivo-aggressivo-assertivo) è stato messo in atto dai vari protagonisti dell’episodio.
Successivamente viene chiesto ad ogni partecipante di scrivere su un foglio anonimo una situazione personale. Dopo aver raccolto tutti i fogli il gruppo viene suddiviso in sottogruppi ed ognuno di questi cercherà di capire quale sia lo stile di comportamento messo in atto dai protagonisti.
Gli aspetti rilevanti dell’esercizio sono:
§ rilevare che non sempre è facile comprendere quale sia lo stile relazionale dell’altro;
§ fare attenzione agli aspetti non verbali usato dai protagonisti;
§ avere pazienza con se stessi rispetto alla comprensione e consapevolezza di ciò che accade fuori e dentro di noi.
Gli homework prescritti sono: tenere un diario dove descrivere una situazione vissuta, come mi sono sentita, come ho reagito, come hanno reagito le altre persone, quale pensiero o mio comportamento mi è sembrato assertivo e quale no, cosa potrei fare in futuro per migliorare.
Esercizio3: “ogni comportamento ha un senso”
Gli obiettivi sono:
§ stimolare la riflessione rispetto ai vari tipi di comportamenti
§ illustrare i vantaggi e svantaggi dei vari stili relazionali
§ stimolare un atteggiamento di accettazione verso le proprie modalità (non autosvalutarsi)
L’esercitazione si svolge in questo modo:: a partire da situazioni personali portate dai partecipanti viene chiesto, con lavoro a piccolo gruppo, di elencare i vantaggi a breve termine e gli svantaggi a lungo termine di quel comportamento. Segue discussione a grande gruppo.
Gli aspetti rilevanti dell’esercizio sono:
§ riconoscere che ogni comportamento ha una propria logica;
§ comportarsi assertivamente significa imparare una modalità diversa da quella che siamo abituati a mettere in atto;
§ per alcune persone è più facile comportarsi in un modo in certe circostanze e diverso in altre (attenzione al contesto)
Gli homework prescritti sono: osservare altre persone a noi vicine (familiari, colleghi, amici) e descrivere il loro comportamento sospendendo ogni forma di giudizio.
Esercizio 4: “il pacchetto di biscotti”
Gli obiettivi sono:
§ osservare che ognuno di noi vede la realtà in modo diverso
§ rilevare quali modalità di pensiero sono per noi “dannose”
§ provare ad assumere un altro punto di vista
L’esercitazione si svolge in questo modo: ai partecipanti, divisi in gruppi, viene data la fotocopia della prima parte della seguente storia con la consegna di compilare la tabella sottostante.
Successivamente viene consegnata la seconda parte con la consegna di compilare la tabella e c’è una discussione di gruppo.
Prima parte (leggere la prima parte e poi completare la tabella)
Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d’attesa di una grande aeroporto e , siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo.
Comprò anche un pacchetto di biscotti e si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla.
Accanto a lei s’era una sedia con i biscotti e dall’altro lato un signore che stava leggendo il giornale.
Quando cominciò a prendere il primo biscotto, anche l’uomo ne prese uno.
Lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro.
Tra lei e lei pensò: “ma tu guarda se solo avessi un po’ più di coraggio gli avrei già detto di piantarla..”
Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l’uomo accanto a lei, senza un minimo cenno ne prendeva uno anche lui.
Continuarono fino a che rimase solo un biscotto e la donna pensò: “ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!!”.
Vide l’uomo che prese l’ultimo biscotto e lo divise a metà! “Ah, questo è troppo” pensò, cominciò a sbuffare ed indignata, prese le sue cose, il libro, la borsa e s’incamminò verso l’uscita della sala d’attesa.
A SITUAZIONE |
B PENSIERI |
C EMOZIONI |
C COMPORTAMENTI |
Descrivi brevemente la situazione: “Dove sono? Con chi sono?Cosa sto facendo? Che ore sono? Di che giorno? Di che anno?” |
Indica quello che ti è venuto in mente: “Cosa penso di me stesso? Cosa penso degli altri? Cosa penso del mondo?” |
Descrivi come ti sei sentito. “Come mi sono sentito?” Indica l’intensità dell’emozione da 1 a 10 |
Descrivi come ti sei comportato. “Cosa hai fatto?” |
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Seconda parte. Continua la lettura e si completa la tabella
Quando si sentì un po’ meglio, passata la rabbia, si sedette su una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l’attenzione ed evitare altri incontri.
Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando………nell’aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero.
Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quell’uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell’orgoglio.
MORALE:
Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti di un altro senza saperlo?
Prima di arrivare ad una conclusione affrettata, GUARDA attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano!!!!
A SITUAZIONE |
B PENSIERI |
C EMOZIONI |
C COMPORTAMENTI |
Descrivi brevemente la situazione: “Dove sono? Con chi? Che ore sono? Di che giorno? Di che anno?” Cosa sto facendo? |
Indica quello che ti è venuto in mente: “Cosa penso di me stesso? Cosa penso degli altri? Cosa penso del mondo?” |
Descrivi come ti sei sentito. “Come mi sono sentito?” Indica l’intensità dell’emozione da 1 a 10 |
Descrivi come ti sei comportato. “Cosa hai fatto?” |
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Gli aspetti rilevanti dell’esercizio sono:
§ la realtà oggettiva costruisce lo sfondo della nostra modalità di interagire con il mondo, mentre la figura è costituita dalle nostre convinzioni (schemi cognitivi);
§ Non è sempre facile accorgersi delle nostre distorsioni cognitive;
§ Per chi è “fuori” dalla situazione può essere più semplice vedere in modo oggettivo la realtà.
Gli homework prescritti sono: utilizzando la scheda abc riportare una situazione accaduta durante la settimana e che ci ha fatto provare emozioni spiacevoli.
Esercizio 5: “permessi e doveri”
Gli obiettivi sono:
§ Riconoscere quali “permessi” concediamo a noi stessi e quali “doveri” imponiamo a noi stessi.
§ Osservare come “culturalmente” ci viene insegnato a conoscere e rispettare i nostri doveri ma non i nostri diritti.
L’esercitazione si svolge in questo modo: utilizzando una tabella a doppia colonna viene chiesto ai partecipanti di elencare i permessi che si concedono ed i doveri.
“PERMESSI” “Che cosa concedo a me stesso? |
“DOVERI” “Che cosa impongo a me stesso?” |
Elenco:
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Elenco: |
Segue una discussione a piccolo e grande gruppo.
Successivamente viene distribuita la “carta dei permessi assertivi” e chiesto ad ognuno di identificare quello più difficile da mettere in pratica, quindi come si sentirebbe se ci riuscisse e come cambierebbero le sue relazioni.
Gli aspetti rilevanti dell’esercizio sono:
§ rilevare che non sempre è facile comprendere quale sia lo stile relazionale dell’altro;
§ fare attenzione agli aspetti non verbali usato dai protagonisti;
§ avere pazienza con se stessi rispetto alla comprensione e consapevolezza di ciò che accade fuori e dentro di noi.
Gli homework prescritti sono: tenere un diario dove descrivere una situazione vissuta, come mi sono sentita, come ho reagito, come hanno reagito le altre persone, quale pensiero o mio comportamento mi è sembrato assertivo e quale no, cosa potrei fare in futuro per migliorare.