“Morire di piacere: dalla cura alla prevenzione delle tossicodipendenze”
Luigi Gallimberti
a cura di Roberta Rossi
E’ attraverso il racconto delle storie di vita di vari personaggi, uomini e donne, giovani e adulti, di paesi o grandi città che Gallimberti, psichiatra e tossicologo medico, spiega con semplicità le caratteristiche che accomunano i vissuti di chi soffre o ha sofferto di un disturbo da dipendenza.
L’evolversi del libro si articola come se stessimo assistendo ad una rappresentazione teatrale: il Prologo, l’Atto Primo, l’Intermezzo, l’Atto secondo e l’Epilogo.
Più tecnico, l’Intermezzo, presenta riferimenti ai circuiti neurologici e biopsichici che si attivano o che vengono inibiti in chi abusa di determinate sostanze nocive come l’alcool, il tabacco, la cocaina, l’eroina, l’hashish.
Piacevoli, per chi ama la letteratura, i riferimenti ad opere come il romanzo La coscienza di Zeno di Italo Svevo o Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi: i suicidi simulati, le menzogne, la non valutazione delle conseguenze del proprio agire, la necessità di riempire un vuoto interiore aggrappandosi a ciò che di piacere ne dà nell’immediato per poi trascinarti in disperati tentativi di fuga.
Uno strumento sia per le famiglie di chi soffre di un disturbo di dipendenza, per capirne i meccanismi e le dinamiche, trovandone una fonte di rassicurazione, sia per i professionisti al primo approccio con queste tematiche.