Giugno 2015 (15)

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Giugno 2015 (15)

 

Leggendo i titoli e i contenuti dei contributi presenti in questo volume, è facile pensare che il filo conduttore sia la “riorganizzazione” personale, in seguito a grandi eventi della vita, che possono causare sintomi depressivi.

Nel primo contributo della Dottoressa Cicchiello, viene presentata un’ interessante e ricca revisione della letteratura sulla depressione perinatale materna e paterna. Quest’ultima non è stata molto studiata, ma i dati a disposizione confermano che ha un peso notevole come quella materna. La depressione paterna influenza i rapporti intimi tra madre e padre, la gestione della prole e impedisce la ripresa di una vita “normale”. La collega approfondisce i diversi studi presenti per entrambe le depressioni, esaminando i fattori di rischio e sottolineando gli approcci e le tecniche psicoterapiche utilizzate per questi disturbi.

Il secondo contributo, firmato dalla Dottoressa Federica Petroni, è un’analisi originale sull’elaborazione del lutto. Infatti la collega, in una prima parte, spiega le quattro fasi del lutto e presenta le teorie di Bowlby e Parkes, soffermandosi sulle reazioni di rabbia ed ostilità che la persona prova nei confronti del defunto. Inoltre descrive come il lutto normale può diventare patologico e quali sono i fattori che possono complicare la situazione. La novità, che apporta la collega, è l’ analisi, in chiave post-razionalista, delle reazioni di protagonisti di quattro film che affrontano il tema del lutto. Il filo conduttore dell’analisi è il superamento del lutto attraverso la definizione di una nuova identità.

Nel terzo contributo, scritto dalla Dottoressa Filomena Ielpo, il processo di riorganizzazione personale viene esaminato dopo la nascita di un figlio, e quindi, del diventare genitori. La nascita di un figlio è un evento che richiede grandi capacità di resilienza, dato che le risorse cognitive ed emotive sono messe sotto stress. In fondo, diventare genitori, è un evento stupendo, ma può essere scompensante. Una psicoterapia di tipo cognitivo, è uno strumento di supporto che può favorire l’ esame della propria storia partendo dall’infanzia e cercando di capire il perché della nascita e il come dello sviluppo di alcune credenze e reazioni emotive che possono diventare sofferenza.

Nell’unico caso clinico presente in questo numero, la collega, Dottoressa Francesca Lasorsa, presenta il caso di Samir, con un disturbo depressivo persistente. L’ accettazione di non poter raggiungere lo scopo di diventare fisico, suo strumento per determinare il valore personale, e la ridefinizione di quest’ultimo in altri termini, rappresenta per Samir la via per uscire dall’empasse e poter ricominciare la sua riorganizzazione personale.       

 

 

CONTENUTI
Stefania Cicchiello La depressione perinatale materna e paterna pp. 3-36
Federica Petroni Il lutto nella cinematografia pp. 37-49
Filomena Ielpo La genitorialità come momento di riorganizzazione della narrativa personale pp. 50-85

CASI CLINICI
Francesca Lasorsa Samir: un disturbo depressivo persistente pp. 86-100

 

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2020-05-18T22:14:04+02:00Articoli|

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