Sviluppi e ipotesi di ricerca
Shear e Frank indicano la necessità di sviluppare un trattamento specifico per il lutto traumatico; in particolare, suggeriscono come cornice teorica di riferimento la psicoterapia interpersonale per la depressione collegata al lutto. Tuttavia, al fine di migliorare il trattamento terapeutico in modo da considerare anche la presenza della sintomatologia del PTSD, le tecniche inter-personali sono state modificate con l’inclusione di tecniche specifiche per il trauma, basate sulla terapia cognitivo-comportamentale.
Le tecniche cognitivo-comportamentali includono la ripetizione della storia della morte ed il lavoro sui comportamenti di evitamento; le tecniche cognitive riguardano delle conversazioni immaginarie con il morto ed un lavoro sui ricordi.
Le tecniche della psicoterapia interpersonale accrescono la costruzione di nuovi legami affettivi, la ristrutturazione del funzionamento interpersonale e la fine del trattamento.
I loro risultati hanno mostrato una buona efficacia del nuovo modello terapeutico rispetto alla psicoterapia interpersonale; il 51% del campione ha risposto positivamente al trattamento per il CTG.
Cohen, Mannarino, Staron (2006) suggeriscono che ancora molto vada fatto in termini di ricerca sul CTG, sia per definire meglio il costrutto e sia rispetto agli strumenti di valutazione.
Secondo loro, sarebbe utile focalizzare l’attenzione sul numero di sessioni relative al loro protocollo di trattamento per vedere l’efficacia in relazione alla durata della psicoterapia.
Un’altra linea di ricerca potrebbe dedicarsi al confronto tra diverse tipologie di trattamento, ad esempio, la Trauma-focused therapy confrontata con la CBT-CTG, per avere ulteriori dati necessari a comprendere se la risoluzione della sintomatologia legata al trauma ed al PTSD possa essere sufficiente a determinare la riduzione del CTG.
Suggeriscono di condurre ricerche per confrontare la CBT-CTG ai trattamenti consueti che i bambini effettuano nei normali setting istituzionali, a seguito di morti traumatiche.
Melhem, Moritz, Walzer, Shear (2007) suggeriscono, invece, la necessità di esaminare il corso e la prognosi del CTG nei bambini e negli adolescenti; in effetti, sono ancora pochi li studi che hanno osservato una correlazione tra il CTG e la manifestazione di disturbi psicopatologici in età adulta.
Sicuramente, alcune difficoltà sono legate alla difficoltà di organizzare dei complessi studi longitudinali nel tempo.
Si potrebbero portare avanti degli studi che identifichino il “substrato clinico” dei bambini in lutto che potrebbero avere bisogno di uno specifico trattamento psicoterapeutico focalizzato al CTG per migliorare il loro funzionamento (comportamentale, emotivo, cognitivo).
Gli autori che hanno fatto le ricerche sulla Internet-based cognitive-behavioral psychotherapy indicano che i risultati di efficacia vadano replicati in futuro e che tale approccio vada sviluppato in relazione alla facile disponibilità ed accesso a basso costo per le persone che potrebbero aver bisogno di un trattamento per il lutto complicato.