Definizione della rabbia
La rabbia è un’emozione, cioè uno stato affettivo intenso che si attiva grazie all’intervento di diversi stimoli interni od esterni all’individuo e all’interpretazione cognitiva che vi si attribuisce.
E’ un processo che si svolge attraverso alcune fasi (inizio, durata, attenuazione) cui si accompagnano modificazioni fisiologiche e comportamentali che hanno spesso una funzione di adattamento dell’individuo all’ambiente. Le modificazioni fisiologiche consistono nell’accelerazione del battito cardiaco, aumento della tensione muscolare, nella sensazione soggettiva di calore e di irrequietezza, sono dovute all’attivazione del sistema nervoso autonomo e servono a predisporre l’individuo all’azione. Il comportamento del soggetto cambia perché si crea dentro di lui un propellente energetico di cui si serve per passare alle vie di fatto che si concretizzano in azioni o espressioni verbali aggressive il cui scopo è la difesa della propria immagine, il ristabilire la giustizia oppure conservare la propria dignità personale.
La rabbia secondo Novaco (1975) è una risposta emotiva ad uno stimolo considerato dall’individuo come provocatorio, si attiva quando egli valuta un evento come un ostacolo al perseguimento di un proprio obiettivo, oppure quando ritiene di aver subito immeritatamente un torto o un danno (D’Urso, Trentin 2001). Essa rappresenta un segnale di allarme che ci mette a conoscenza della presenza di un ostacolo al raggiungimento dei nostri scopi o della violazione dei nostri diritti. La sua funzione è di avvisarci della presenza di una minaccia alla nostra autostima, alla nostra immagine sociale, e alla possibilità di essere vittima di un’ingiustizia, e di metterci nelle condizioni di poterla eliminare alla fonte. L’intensità e la durata aumentano quando l’individuo si accorge di avere pochi strumenti per fronteggiare gli eventi che l’hanno generata.