Condizioni che elicitano la rabbia
Averill (1982) ritiene che le valutazioni del soggetto circa la maggiore o minore responsabilità e consapevolezza attribuite alla persona che compie l’azione ingiusta, e l’intenzionalità di ferire che le si attribuisce, vadano ad incrementare il senso di ingiustizia e con esso la rabbia. Non è mai un solo elemento a scatenare questa reazione emotiva ma si attiva tutte le volte che si valuta di aver subito un torto ed esso è ritenuto: intenzionale, malevolo, immotivato e compiuto da una persona indesiderabile.
Le ricerche, fra cui Averill (1982) hanno evidenziato che ci si arrabbia raramente nei confronti degli oggetti e più di frequente verso le persone, perché attribuiamo loro la consapevolezza e la volontà di arrecarci un danno.
§ Essere trattati male o essere costretti a fare qualcosa contro la propria volontà
§ Essere abbandonati
§ Venire delusi
§ Essere traditi
§ Venire usati senza saperlo
§ Sapere di essere odiati
§ Essere oggetto di attacchi fisici o verbali
§ Essere criticati
§ Sentire di avere fallito
§ Pensare all’ingiustizia nel mondo
§ Vedere andare a male i propri progetti
§ Assistere ad azioni stupide o violente
§ Fare qualcosa che non viene apprezzato dagli altri
Tabella 1. Sentimenti, pensieri ed eventi che attivano più frequentemente la rabbia (da Izard, 1977).
La rabbia inoltre, risulta essere più intensa quando a scatenarla sono persone cui vogliamo bene (parenti o amici) e questo avviene per almeno tre motivi:
1. Temiamo maggiormente che ci abbandonino
2. Vi è maggiore confidenza e minore controllo dell’aggressività
3. Ci interessa di più ottenere una modifica del loro comportamento e delle loro azioni
E’ stato dimostrato che le arrabbiature, cui facciano seguito opportune spiegazioni e occasioni di chiarimento, migliorano la qualità delle relazioni perché permettono di ottenere un aumento della comprensione e dell’affiatamento fra le persone in interazione.
Izard nel 1977 ha individuato sentimenti, pensieri ed eventi che sono spesso causa della rabbia (tab.1), ma è nella ricerca di Averill che appare con maggiore chiarezza che la volontà di ferire che si attribuisce all’altro e la possibilità di evitare l’evento frustrante sono gli elementi più importanti ed in grado di attivare la rabbia in maniera molto intensa.