Il Problem Solving
Il problem solving è una tecnica utilizzata in psicoterapia cognitiva con pazienti che manifestano disturbi nella sfera emotiva, la sua applicazione al trattamento della rabbia è risultata utile per ridurne l’intensità grazie allo spostamento dell’attenzione del soggetto sulla soluzione del problema anziché sulle cause che l’hanno generato. Questa tecnica consiste nell’individuare strategie alternative per la risoluzione d una situazione problematica. Quest’ultima è caratterizzata da uno stato iniziale di incertezza che attiva l’individuo ad approdare ad uno stato finale di equilibrio utilizzando una modalità di ricerca che consta di tre fasi: la prima prevede che vi sia una presa di coscienza del problema, la seconda che avvenga la formulazione di ipotesi alternative, la terza che tali ipotesi siano valutate e poi messe in atto.
Un problema è ben definito, quando il soggetto riesce a specificare lo stato iniziale in cui si trova e l’obiettivo che vorrebbe raggiungere, è mal definito se non è chiaro il motivo per cui la situazione è problematica per la persona. Compito del clinico è di aiutare il paziente a stabilire bene i termini del problema per dargli la possibilità di arrivare, almeno in potenza, alla soluzione.
Lo scopo del ricorso al Problem solving nel trattamento della rabbia, è di aumentare i comportamenti funzionali in situazioni difficili attraverso l’individuazione e la selezione di alternative efficaci. La tecnica permette lo sviluppo di nuove strategie di coping utili ad affrontare le situazioni critiche dove l’individuo rischia la compromissione dei suoi scopi. Essa si realizza attraverso 5 fasi:
1. Orientamento generale
Si affianca il paziente nel processo di riconoscimento delle situazioni problematiche, di accettazione della loro esistenza, e della possibilità di risolverle. Egli deve essere stimolato ad inibire la tendenza ad affrontarle in maniera impulsiva, poiché lasciarsi trascinare dalla tendenza a risolvere in maniera frettolosa i problemi non è sempre la strategia migliore da adottare.
2. Definizione del problema
Definire il problema in termini operazionali quindi in tutti i suoi aspetti, chiarendo qual è il punto di partenza e quello di arrivo, in questo modo diventa possibile identificare l’obiettivo da raggiungere e gli ostacoli che lo impediscono.
3. Generazione di alternative (Brain Storming)
La tecnica più usata nella generazione di alternative è il “Brain Storming” perché facilita la formulazione delle alternative attraverso 4 regole fondamentali:
a) Divieto di critica delle idee altrui
b) Pensiero a ruota libera, senza autocensura
c) La quantità di idee esposte è essenziale
d) Combinare e migliorare le idee esposte
In seguito alla formulazione delle soluzioni alternative si dovrebbe passare al vaglio le idee procedendo da un livello di maggiore genericità ad uno di maggiore specificità.
4. Scelta (Decision Making)
Le alternative individuate vengono vagliate secondo un criterio di utilità che considera quanto valida è la soluzione scelta per il problema considerato. Si cerca poi di operare una previsione delle possibili conseguenze legate alla sua messa in atto e si sceglie quella più utile. Al termine si elabora un piano d’azione, cioè si programmano i passi attraverso i quali la soluzione prescelta può diventare un’azione concreta.
5. Azione
Messa in atto del piano d’azione
6. Verifica
Si valuta l’efficacia dell’alternativa prescelta, in termini di strategie e tattiche elaborate e rispetto agli obiettivi formulati nelle definizione del problema.