Prove di efficacia dell’approccio cognitivo-comportamentale alla schizofrenia
Il trattamento cognitivo-comportamentale alla schizofrenia è stato sottoposto da parte del GDG (Guideline Development Group – National Collaborating Centre for Mental Health 2004) ad un’analisi delle prove di efficacia rispetto a: riduzione dei sintomi, ricadute, permanenza in trattamento e prevenzione dei comportamenti suicidari. Il GDG utilizza una definizione della CBT intesa come un intervento psicologico distinto che:
§ Incoraggia coloro che ricevono l’intervento a stabilire dei collegamenti fra i pensieri, i sentimenti o le azioni e i sintomi attuali o pregressi;
§ Consente a coloro che ricevono l’intervento di rivalutare le proprie percezioni, credenze o ragionamenti sui sintomi bersaglio;
§ Implica la presenza di almeno uno dei seguenti aspetti: a) monitoraggio dei pensieri, sentimenti o comportamenti di coloro che ricevono l’intervento, rispetto ai sintomi; b) promozione di modalità alternative per gestire i sintomi bersaglio; c) riduzione dello stress.
I risultati ottenuti evidenziano che “ nel complesso, esistono buone prove d’efficacia che la CBT riduca i sintomi nelle persone affette da schizofrenia fino ad un anno di follow-up, rispetto all’ “assistenza standard” e ad altri trattamenti. Le prove d’efficacia sono più consistenti quando la CBT è utilizzata per il trattamento dei sintomi psicotici persistenti piuttosto che per i sintomi acuti. Le prove d’efficacia per l’utilizzo della CBT nella fase acuta di un primo episodio di schizofrenia non sono chiare. Questa terapia può anche migliorare l’insight e l’adesione al trattamento farmacologico e può avere un effetto positivo sul funzionamento sociale. I vantaggi della CBT sono più marcati quando il trattamento è continuato per più di 6 mesi e prevede più di dieci sedute di terapia. Il trattamento a breve termine con la CBT può produrre miglioramenti modesti nei sintomi depressivi, ma è improbabile che abbia un impatto sui sintomi psicotici. Inoltre, quando la CBT è portata avanti per più di 3 mesi, esistono forti prove d’efficacia che i tassi di ricaduta si riducano.” (National Collaborating Centre for Mental Health, 2004; pag. 132)